Tuma di pecora delle Langhe
Un tempo, nelle cascine
dell’Alta Langa, si allevava sempre un piccolo gregge di qualche decina di
pecore. Con il latte ovino (ed eventualmente di qualche capra) si produceva il
formaggio tipico dell’Alta Langa cuneese. Disposto in cesti di giunco era
venduto nei giorni di mercato sulle piazze di Murazzano, Bossolasco, Alba,
Dogliani e Ceva.
Popolarmente chiamato robiola
o tuma, ha forma cilindrica, peso variabile dai 200 ai 300 grammi, non ha crosta
e la pasta è di colore bianco paglierino, morbida, talvolta con una leggera
occhiatura.
La tecnica di produzione
prevede il riscaldamento del latte a circa 37°C e l’aggiunta di caglio liquido
di vitello. Quindi si rompe la cagliata e si sistema negli stampi. La forma è
capovolta più volte e salata: a questo punto passa in un locale leggermente più
areato, dove è quotidianamente voltata. Dopo circa dieci giorni è pronta per il
consumo, ma acquista maggiore complessità di sapori e profumi dopo un mese e
più.
Le tume fatte con il latte
della pecora delle Langhe si consumano fresche, dopo 10, 15 giorni, ma si
conservano tradizionalmente anche sotto vetro (in dialetto tume ’n burnia):
questa tecnica permette di consumarle per tutto l’inverno. Le forme stagionate
almeno un mese, grattugiate o spezzettate, e poste in un vaso di coccio nel
quale si aggiunge un po’ di grappa, diventano bruss.La grappa favorisce la
rifermentazione del formaggio che diventa cremoso e piccante. L’abbinamento
ideale per la tuma di pecora delle Langhe – fresca o stagionata – è il Dolcetto,
di Alba o di Dogliani.
Il Presidio
È generalmente nota come
Murazzano e con questo nome ha ottenuto la Dop, ma il disciplinare della
Denominazione di Origine consente un impiego di latte vaccino (anche
pastorizzato) fino al 40%. Il Presidio, invece, intende recuperare la versione
storica, ottenuta esclusivamente con il latte crudo della pecora delle Langhe
(con un’aggiunta di una percentuale massima del 5% di latte di capra). Per
questo è stato scelto anche un nome diverso.
La pecora delle Langhe un
tempo era molto diffusa (nel 1950 c’erano oltre 45 mila capi), ma oggi si è
drasticamente ridotta: in Piemonte e in Liguria non si contano più di 2000 capi,
distribuiti in una sessantina di allevamenti. Si riconosce per il muso montonino
(senza corna in entrambi i sessi), il mantello bianco e gli arti lunghi e
leggeri.
Area di produzione
Comuni dell’Alta Langa
(provincia di Cuneo)
Stagionalità
La produzione avviene durante il periodo primaverile estivo.
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