Ragusano di vacca modicana
Si
potrebbe definire il lingotto degli Iblei, per la forma parallelepipeda e la
crosta intensamente dorata a stagionatura avanzata: il casaro deve avere una
grande forza fisica e contemporaneamente un tocco da orafo per modellarlo. La
fase finale della filatura – detta chiusura – deve trasformare la pasta in una
sfera perfetta che non presenti alcuna spaccatura. Il passaggio da sfera a
parellelepipedo si ottiene grazie all’ausilio della mastredda, un tavolo in
legno su cui il formaggio viene adagiato e modellato con l’aiuto di pesanti
pezzi di legno. E per la corretta cura degli angoli e dei lati arrotondati della
forma, il casaro è costretto a a girare la forma ogni 10, 30, 60 minuti per 6-8
ore.
Il Ragusano nasce dalla pasta
filata, come le mozzarelle e i caciocavalli, matura appeso al soffitto delle
cantine più fresche e, dopo qualche mese, diventa dorato e sprigiona profumi di
macchia mediterranea e di zagare.
Ma è figlio di un sistema
fragile: le vacche Modicane rischiano l’estinzione, le masserie stanno perdendo
il ruolo centrale che avevano un tempo, il consumo è perlopiù locale.
Tutti i tentativi di produrlo
nei grandi caseifici, con tecnologia moderna, hanno dato scarsi risultati: non
si è mai riusciti a riprodurre la qualità e l’unicità del formaggio di masseria.
Unicità che si coglie già alla vista: è un blocco di formaggio dalla forma
inusuale, di notevole peso (dai 12 ai 16 chilogrammi), che porta evidenti i
segni delle corde con cui viene legato e appeso al soffitto per stagionare.
Si produce esclusivamente
nella stagione foraggera, da novembre a maggio, mesi in cui i pascoli iblei
offrono più di cento varietà di essenze.
Il latte intero e crudo di
due mungiture è riscaldato a 36°C e aggiunto di caglio in pasta di agnello o di
capretto. Quando la ruotula (una specie di bastone) immersa nella massa sta
ritta, si procede alla rottura sino a ottenere grani come chicchi di mais. La
cagliata matura su una tavola di legno, poi viene scottata in acqua calda o
siero bollente e matura altre 20-24 ore. Quando raggiunge il pH ottimale, è
nuovamente affettata, collocata nello staccio di legno o di rame e sbollentata
con acqua caldissima (85°C).
Con le mani o con un bastone
si impasta la massa che inizia a filare e le si dà la forma di una sfera. Questa
palla è modellata a mano con due tavolette, finché raggiunge la classica forma
di parallelepipedo a sezione quadrata.
Il Presidio
Il Presidio è nato per
salvare questo patrimonio non solo gastronomico ma anche ambientale, storico e
produttivo.
Il Ragusano ha crosta dura,
sottile, liscia, compatta, di colore giallo dorato. La pasta, appena sfogliata
per la filatura, ha un colore giallo paglierino. In bocca, se c’è un buon
equilibrio sale-piccante, si possono cogliere sensazioni complesse. Le ricerche
del Corfilac hanno evidenziato la ricchezza delle componenti aromatiche del
formaggio – che vanno dai funghi freschi al tostato, dall’arancia all’erba
appena tagliata – e la presenza di note floreali tipiche degli Iblei, come la
calendula, l’anthemis, la malva silvestris, il geranio, il gelsomino. La qualità
di questo formaggio è tale che la complessità di sapori e di profumi aumenta con
il passare del tempo: il miglior Ragusano ha dagli otto ai ventiquattro mesi.
Area di produzione
Comuni della provincia di
Ragusa ed alcuni comuni de lla provincia di Siracusa.
Stagionalità
il ragusano si produce nel periodo che va da novembre a maggio, il prodotto
stagionato almeno quattro mesi, è reperibile tutto l'anno.
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