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Pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto
La
riserva di Torre Guaceto nonostante sia relativamente piccola (sono circa 1200
ettari che insistono nei territori comunali di Carovigno e in piccola parte di
Brindisi), presenta una straordinaria varietà di ecosistemi protetti: la riserva
marina, il litorale, la zona umida, la macchia mediterranea e le zone agricole.
L’ente gestore della riserva, nato nell’anno 2000 e composto dai comuni di
Carovigno, di Brindisi e dal WWF, l’associazione che sin dai primi anni settanta
opera a favore della difesa di questo territorio, si è sempre preoccupata di
valorizzare tutte le componenti naturalistiche della riserva, ma in particolar
modo ha cercato di rivitalizzare l’agricoltura tipica della zona, ben
consapevole che solo un utilizzo pulito e giusto di questa risorsa può garantire
la sostenibilità economica e la durabilità del sistema parco. Così è nato l’olio
degli ulivi millenari della riserva, L’oro del Parco, rilanciando la
coltivazione di quegli ulivi presenti nei 260 ettari a monte della statale che
porta a Brindisi; così è nata la Comunità Slow Food del cibo di Torre Guaceto,
che comprende allevatori e caseificatori, pescatori, contadini, tutti attivi
all’interno dell’area protetta. A salvaguardia della biodiversità dell’area
protetta è stato avviato anche un nuovo progetto: il recupero dell’ecotipo
locale di pomodoro fiaschetto. Questo pomodorino, dolce, succoso, serbevole, fa
parte della storia gastronomica di queste terre: era la base per la passata che
tutte le famiglie, anche quelle urbane, si producevano per l’inverno. Non era
pensabile utilizzare un altro tipo di pomodoro, magari più famoso, come il san
marzano: nel Brindisino il sugo rosso della pasta è quello che deriva dalla
passata di fiaschetto. Eppure, nonostante questo radicamento, il pomodorino
rischiava di sparire: troppo dispendiosa la coltivazione e soprattutto la
raccolta, troppo scarsa la quantità di raccolto rispetto alla redditività dei
moderni ibridi da sugo. Di qui la sfida, raccolta dall’ente parco, da un
vivaista sensibile ai ragionamenti della biodiversità e da un agricoltore
disposto al rischio della coltivazione organica dei pomodorini: perché così è
stato deciso, quel che si coltiva nel parco deve essere biologico.
Il Presidio: Su sollecitazione di Slow Food Alto Salento, la Condotta che sin
dall’inizio collabora con l’Ente di gestione, quest’anno è stato destinato un
ettaro di Riserva alla coltivazione del pomodoro fiaschetto. Dopo una ricerca
negli orti che costellano tutta l’area costiera, un agricoltore ha avviato il
primo campo sperimentale: a soli 15 metri di altitudine e a poche centinaia di
metri dal mare, nel pieno della riserva naturale di Torre Guaceto. Con qualche
difficoltà il primo raccolto è arrivato a maturazione, con rese non esaltanti,
ma con un’accoglienza da parte dei consumatori a dir poco entusiastica. Il
prossimo anno si riparte e stanno anche sperimentando questa coltivazione altri
produttori. Siamo ancora in una fase sperimentale, dunque, ma il prodotto c’è, è
straordinariamente buono e tutto fa pensare che anche per la prossima stagione a
Torre Guaceto si potranno trovare i barattoli di passata di pomodorino
fiaschetto.
Area di produzione: Torre Guaceto, nel comune di Carovigno (provincia di
Brindisi).
Stagionalità: L'inizio della raccolta avviene a partire dalla seconda decade di
giugno e si protrae per tutta l'estate. |