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Pecorino Bagnolese
La Bagnolese è una razza
autoctona campana che ha preso il nome dal paese di Bagnoli Irpino, in provincia
di Avellino: uno dei centri più importanti di allevamento. Dall’Irpinia si è
diffusa nel tempo in tutta la regione, fino alle province di Caserta e Salerno.
Oggi se ne contano circa mille capi nella zona dell’altopiano Laceno quindi, a
rigor di logica, non si può definire a rischio di estinzione, almeno non
nell’immediato, ma indubbiamente questa razza estremamente interessante merita
una valorizzazione, considerato il notevole livello qualitativo delle produzioni
casearie – sia pecorini sia ricotte, fresche ma soprattutto salate - ottenute
con il suo latte. Non è molto dissimile dalla razza ovina Barbaresca, di lontane
origini nordafricane e oggi diffusa soprattutto in Sicilia. E’ di mole piuttosto
grande - i soggetti adulti maschi pesano circa 100 chili e le femmine circa 60 –
e ha vello bianco, con macchie scure sulla schiena e picchiettature sulla testa.
E’ una razza acorne - nelle femmine - con accentuato profilo montonino. Le
orecchie sono lunghe, larghe e pendenti con macchie nere puntiformi. E’ un ovino
rustico, molto adatto ai pascoli in condizioni difficili e fornisce produzioni
interessanti sia di latte sia di carne. Nella cucina locale sono molto usati
anche gli agnelli che, nutriti esclusivamente con latte materno, offrono carni
particolarmente tenere e delicate. Il tipo di allevamento prevalente in Irpinia,
un’area dove si pratica ancora la monticazione estiva dei capi sulle cime più
alte dei Monti Picentini, è brado o semibrado, con pascolo erbaceo e
un’integrazione solo nei mesi invernali. Quasi tutti gli allevatori hanno poche
centinaia di capi e producono soprattutto formaggio pecorino dalla crosta dura e
compatta, di colore giallo tendente al marrone bruno, a pasta grassa, dura, di
colore paglierino, che sviluppa al meglio le proprie qualità dopo almeno 60
giorni di stagionatura. La pastorizia in questa zona è in forte e progressiva
riduzione, il Presidio si propone di valorizzare il lavoro dei pastori che
ancora praticano il pascolo libero sull'altopiano Laceno e che producono
direttamente il pecorino con il latte dei propri ovini e che oggi, non vedono
giustamente riconosciuto il valore del proprio lavoro, che va oltre la
produzione casearia. La pastorizia è un'attività che assicura la presenza
dell'uomo sul territorio e consente di mantenere integro l'ecosistema montano..
A tavola Formaggio rustico,
semplice, ma dalla forte specificità organolettica, il Bagnolese quando è
fresco, è sempre presente sulla tavola irpina, come antipasto o fine pasto,
secondo l’uso meridionale, o cotto in varie preparazioni. Quando è stagionato
tende decisamente al piccante e si utilizza prevalentemente come cacio da
grattugia. L’abbinamento consueto è con gli Aglianici densi e alcolici che si
producono nell’avellinese, per la denominazione Taurasi, anche se meglio sarebbe
sposare il formaggio molto duro con vini dolci o passiti. Ma questa tipologia di
vini non è molto diffusa in zona. Un suggerimento: lo Sciassinoso passito del
Sannio.
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